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Meningite


La meningite è un’infiammazione delle membrane che avvolgono il cervello e il midollo spinale ( le meningi ).
La malattia generalmente è di origine infettiva e può essere virale o batterica.

La forma virale, detta anche meningite asettica, è quella più comune, solitamente non ha conseguenze gravi e si risolve nell'arco di una decina di giorni. Uno degli agenti più diffusi della meningite virale è un virus appartenente al gruppo degli enterovirus.

La forma batterica, invece, è più rara ma estremamente più grave e può avere conseguenze fatali. Gli agenti della meningite batterica sono diversi ed il più temuto è la Neisseria meningitidis detto meningococco.
Solitamente, l'infezione batterica origina in un altro punto del corpo, da cui i batteri possono raggiungere le meningi attraverso il flusso sanguigno. La meningite può però anche svilupparsi da otiti o sinusiti o direttamente da un'infezione a livello cerebrale derivata da una frattura del cranio. La meningite batterica può insorgere in modo improvviso, accompagnata da febbri molto alte, mal di testa acuto e vomito. L'infiammazione provoca un accumulo di cellule infiammatorie nel liquor cerebrospinale, quindi un aumento della pressione all'interno del canale spinale e della scatola cranica. La diagnosi si effettua con un'analisi del contenuto del liquor e con una coltura batterica. Un intervento tempestivo può costituire l'unica possibilità per salvare la persona malata.

Sintomi e diagnosi

I primi sintomi della meningite possono facilmente essere confusi con quelli dell'influenza. Solitamente i sintomi peggiorano nell'arco di un paio di giorni, ma in qualche caso la decorrenza della malattia è estremamente rapida, con il rischio per il malato di subire un danno cerebrale o addirittura di morire.

La malattia si manifesta con: irrigidimento del collo, febbre alta, mal di testa acuto, vomito o nausea con cefalea, senso di confusione, sonnolenza, convulsioni, fotosensibilità, inappetenza.

Nei neonati alcuni di questi sintomi non sono molto evidenti. Invece, può esserci un pianto continuo, irritabilità e sonnolenza al di sopra della norma, e scarso appetito. A volte si nota l'ingrossamento della testa, soprattutto nei punti non ancora saldati completamente ( le fontanelle ), che può essere palpato facilmente.

Cause e agenti patogeni

La meningite può essere causata sia da batteri che da virus e funghi. Gli agenti batterici sono i più pericolosi e comprendono diverse specie. L'identificazione della specie batterica causa dell'infezione, tramite isolamento del ceppo dal liquido spinale, è l'unico metodo per agire in modo adeguato sia con il trattamento che con la prevenzione del contagio ad altri individui.
I batteri principalmente responsabili per la meningite sono appartenenti a tre specie:

a) Neisseria meningitidis ( meningococcus ). Neisseria è un ospite frequente delle prime vie respiratorie. Dal 2 al 30% dei portatori sono asintomatici, e questa presenza non è correlata ad un aumentato rischio di meningite o altre malattie gravi. Evidenze indicano che la malattia insorge generalmente in persone che sono state infettate in tempi recenti.
Esistono 13 diversi diversi sierogruppi di meningococco, ma solo 5 ( denominati A, B, C, W135 e Y ) causano meningite ed altre gravi malattie; i sierogruppi B e il C sono i più frequenti in Europa. La trasmissione avviene per via respiratoria ed i pazienti sono infettivi per circa 24 ore dall'inizio della terapia con un periodo di incubazione di 1-10 giorni. I sintomi non sono diversi da quelli delle altre meningiti batteriche, ma nel 10-20% dei casi la malattia è rapida e acuta, con un decorso fulminante che può portare al decesso in poche ore nonostante una terapia adeguata.
Proprio per la sua alta infettività, il meningococco può dare origine a vere e proprie epidemie nelle scuole e in altre comunità.

b) Streptococcus pneumoniae ( pneumococcus ). Lo pneumococco, uno degli agenti più comuni della meningite, arriva al cervello tramite il flusso sanguigno da altre parti del corpo. Tipicamente, può infettare i polmoni dove causa polmonite o essere associato ad un'infezione dell'apparato acustico.

c) Haemophilus influenzae ( haemophilus ). Fino agli anni '90 l’ Haemophilus influenzae tipo b ( Hib ) era un agente molto comune della meningite. Poi, con l'arrivo del vaccino i casi di meningite causati da questo batterio si sono ridotti moltissimo. L'infezione da Hib origina dall'apparato respiratorio, come infezione dell'apparato uditivo o come sinusite.

Anche Listeria monocytogenes ( listeria ), un batterio ubiquitario che si trova nell'ambiente e può contaminare gli esseri umani attraverso il cibo dando la listeriosi, può causare meningite.

Esistono altre forme, più rare, di meningite.
La meningite cronica, ad esempio, è data da microorganismi che si riproducono molto più lentamente nell'organismo umano. I sintomi sono gli stessi di quella acuta, ma si sviluppano nell'arco di 3-4 settimane.
La meningite di origine fungina si manifesta invece su persone immunodeficienti, come per esempio i malati di Aids, e può rappresentare comunque un pericolo per la vita.
Infine, la meningite può derivare anche da forme allergiche, da qualche tipo di tumore e da malattie infiammatorie come ad esempio il lupus.

Fattori di rischio e possibili complicanze

Tra i fattori di rischio per lo sviluppo della malattia vanno elencati:

A) età: la malattia colpisce soprattutto i bambini sotto i 5 anni, i giovani tra i 18 e i 24 anni, e le persone anziane;

B) vita di comunità: le persone che vivono e dormono in ambienti comuni, come gli studenti nei dormitori universitari o i militari in caserma, hanno un rischio più alto di essere infettati da meningococco;

C) gravidanza: la donna durante la gravidanza è più soggetta di altri alla listeriosi, una delle possibili malattie che degenera in meningite.

La malattia può presentare complicanze anche gravi. Se la terapia non viene attuata tempestivamente, il soggetto colpito da meningite può subire danni neurologici permanenti, come la perdita dell'udito, della vista, della capacità di comunicare, della capacità di apprendere, problemi comportamentali e danni cerebrali, fino alla paralisi.
Tra le complicanze di natura non neurologica possono esserci danni renali e alle ghiandole surrenali, con conseguenti squilibri ormonali.

Trattamento

Il trattamento tempestivo della meningite batterica è effettuato mediante terapia antibiotica, che può essere più efficace se il ceppo agente dell'infezione viene caratterizzato e identificato.
Nel caso delle meningiti di origine virale, la terapia antibiotica non è efficace; solitamente i sintomi si risolvono da soli nel corso di una settimana senza necessità di alcuna terapia al di là dei tipici trattamenti applicati alle sindromi influenzali.

Prevenzione e vaccinazione

Alcuni ceppi batterici agenti della meningite sono contagiosi e possono quindi essere trasmessi da una persona all'altra attraverso la tosse, gli starnuti, il contatto diretto, la condivisione di spazzolini da denti o delle posate durante i pasti.
Le persone a contatto con un malato di meningite sono ad alto rischio.
Per questo è necessario identificare immediatamente i contatti avuti da una persona colpita da meningite per avviare adeguate profilassi antibiotiche preventive.

Dagli anni '90 è ormai comune la vaccinazione contro Haemophilus influenzae tipo B ( Hib ), in Italia rientra tra quelle obbligatorie per i neonati.
Sono disponibili sul mercato anche una serie di vaccini contro molti ceppi di pneumococco e alcuni ceppi di meningococco.

Per quanto riguarda lo pneumococco, sono disponibili il vaccino coniugato PCV7, raccomandato in alcuni paesi per l'immunizzazione di tutti i neonati, ed il vaccino polisaccaridico PPV, raccomandato ad esempio dai CDC ( Centers for Disease Control and prevention ) degli Stati Uniti per tutti i soggetti immunodepressi.

Contro il meningococco, sono attualmente disponibili vaccini contro i sierogruppi A, C, Y e W135, mentre non esistono vaccini per prevenire le meningiti da gruppo B.
Solo il vaccino contro il gruppo C è efficace già nel primo anno di vita, ed in alcune nazioni ad elevata incidenza è stata introdotta la vaccinazione per tutti i nuovi nati. La valutazione della sua efficacia è difficile da stimare data la rarità dei casi, anche se c'è una raccomandazione a utilizzarlo quando l'incidenza è superiore a 10 casi per 100.000 abitanti nell'arco di tre mesi. ( Xagena2007 )

Fonte: Istituto Superiore di Sanità, 2007


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