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Resistenza antimicrobica tra i migranti in Europa


I tassi di resistenza antimicrobica ( AMR ) stanno aumentando a livello globale e si teme che l'aumento della migrazione stia contribuendo all'onere della resistenza agli antibiotici in Europa.
Tuttavia, l'effetto della migrazione sul carico della resistenza antimicrobica in Europa non è stato ancora esaminato in modo esaustivo

E' stata, pertanto, effettuata una revisione sistematica e una meta-analisi per identificare e sintetizzare i dati per la presenza di resistenza antimicrobica o l'infezione nei migranti verso l'Europa, per esaminare le differenze nei modelli di resistenza antimicrobica tra i gruppi di migranti in diversi contesti.

Per questa revisione sistematica e meta-analisi sono stati utilizzati i dati provenienti da studi osservazionali che hanno riportato la resistenza antibatterica nei comuni patogeni batterici tra i migranti verso 21 Paesi dell'Unione Europea-15 e dell’Area Economica Europea.

Per essere ammissibili all'inclusione, gli studi dovevano riportare i dati sullo stato di portatore o infezione con organismi resistenti agli antibiotici confermati in laboratorio nelle popolazioni migranti.

Gli esiti erano lo stato di portatore o l’infezione con organismi resistenti agli antibiotici.

Sono stati inclusi 23 studi osservazionali sulla resistenza agli antibiotici in 2.319 migranti

La prevalenza aggregata di qualsiasi presenza di resistenza antimicrobica o infezione da resistenza antimicrobica nei migranti era del 25.4% ( I2=98% ), incluso Staphylococcus aureus resistente alla Meticillina ( 7.8%, I2=92% ) e batteri Gram-negativi resistenti agli antibiotici ( 27.2%, I2=94% ).

La prevalenza cumulativa di qualsiasi presenza o infezione da resistenza antimicrobica è stata più alta nei rifugiati e nei richiedenti asilo ( 33%, I2=98% ) rispetto ad altri gruppi di migranti ( 6.6%, I2=92% ).

La prevalenza aggregata di organismi resistenti agli antibiotici è risultata leggermente più alta nei contesti di comunità di migranti ( 33.1%, I2=96% ) rispetto ai migranti negli ospedali ( 24.3%, I2=98% ).

Non sono state trovate prove di alti tassi di trasmissione di resistenza antimicrobica dalle popolazioni migranti a quelle ospiti.

I migranti sono esposti a condizioni che favoriscono l'emergere della resistenza ai farmaci durante il transito e nei Paesi ospitanti in Europa.

L'aumento della resistenza agli antibiotici tra rifugiati e richiedenti asilo e in contesti di comunità di migranti di alto livello ( quali campi profughi e strutture di detenzione ) evidenzia la necessità di migliorare le condizioni di vita, l'accesso all'assistenza sanitaria e iniziative per facilitare il rilevamento e una adeguata terapia di alta qualità per infezioni resistenti agli antibiotici durante il transito e nei Paesi di accoglienza.

I protocolli per la prevenzione e il controllo delle infezioni e per la sorveglianza degli antibiotici devono essere integrati in tutti gli aspetti dell'assistenza sanitaria, che dovrebbe essere accessibile a tutti i gruppi di migranti e dovrebbe mirare ai determinanti della resistenza antimicrobica prima, durante e dopo la migrazione. ( Xagena2018 )

Nellums LB et al, Lancet Infect Dis 2018; 18: 796-811

Inf2018



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